Spear Phishing: la nuova frontiera del cybercrime

Nel panorama sempre più complesso delle minacce informatiche, lo Spear Phishing si è affermato come una delle tecniche più pericolose e sofisticate utilizzate dai cybercriminali. A differenza del Phishing tradizionale, che mira a un pubblico vasto e indistinto, lo Spear Phishing si concentra su obiettivi specifici, sfruttando informazioni personali e professionali per rendere gli attacchi più credibili e persuasivi.

Cos’è lo Spear Phishing?

Lo Spear Phishing è una forma altamente mirata di Phishing in cui gli hacker raccolgono informazioni dettagliate sulla loro vittima, come il nome, il ruolo aziendale, i contatti professionali e persino le abitudini personali. Queste informazioni vengono poi utilizzate per creare messaggi di posta elettronica, SMS o altri tipi di comunicazione apparentemente legittimi e personalizzati.

Come funziona un “attacco” di Spear Phishing?

a) Ricerca: gli hacker iniziano raccogliendo informazioni sulla loro vittima attraverso i social media, i siti web aziendali, i database pubblici e altre fonti.

b) Ingegneria sociale: utilizzando le informazioni raccolte, gli hacker creano messaggi personalizzati che sfruttano la fiducia della vittima.

c) Esca:i messaggi di Spear Phishing possono contenere link a siti web falsi, allegati infetti o richieste di informazioni sensibili.

d) Infezione: una volta che la vittima clicca sul link o apre l’allegato, il suo dispositivo può essere infettato da malware o le sue credenziali possono essere rubate.

Come Difendersi dallo Spear Phishing?

a) Verifica l’identità del mittente: prima di aprire un allegato o cliccare su un link, verifica sempre l’identità del mittente e controlla attentamente l’indirizzo email.

b) Utilizza software di sicurezza: installa e mantieni aggiornato un software antivirus e un firewall di buona qualità.

c) Diffidenza nei confronti dei messaggi sospetti: se un messaggio sembra sospetto, non esitare a contattare direttamente il mittente utilizzando un canale di comunicazione verificato.

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Foto di Sora Shimazaki